Prevenzione e Salute

Intervenire sullo stile di vita materno per una salute preconcepimento

L’importanza del periodo di vita embrionale e fetale nell’uomo per un aumento del rischio di disturbi metabolici  nella vita adulta  viene compresa in modo empirico dall’epidemiologo David Barker 30 anni fa a seguito di studi epidemiologici notò una elevata frequenza, in età adulta, di patologie endocrino-metaboliche, cardio-vascolari e neuro-degenerative nelle persone che avevano presentato un basso peso alla nascita e la mise in relazione con un periodo di carestia vissuto dai loro genitori. Fece la supposizione che l’alterata embriogenesi dei tessuti ed organi deputati al controllo endocrino metabolico fosse imputabile alle alterazioni dell’ambiente subito dai genitori.

Queste osservazioni hanno portato a una teoria secondo cui la malnutrizione durante la gestazione era un’importante origine precoce dei disturbi cardiaci e metabolici degli adulti a causa della programmazione fetale che ha modellato in modo permanente la struttura, la funzione e il metabolismo del corpo e ha contribuito alla malattia dell’adulto. Questa teoria ha stimolato l’interesse per le origini fetali dei disturbi negli adulti. La teoria delle risposte adattative predittive del feto a una vasta gamma di segnali ambientali, osservazioni empiriche di effetti di sovranutrizione e stress durante la gravidanza sugli esiti nell’infanzia e l’età adulta e potenziali meccanismi epigenetici che possono essere alla base di queste osservazioni empiriche .
Attualmente è ripresa l’attenzione scientifica sulla salute e sul benessere e sullo stile di vita per migliorare la salute metabolica delle donne nel periodo preconcepimento mettendo in evidenza come questo periodo possa essere responsabile nel modellare gli esiti della gravidanza e la futura salute materna e infantile.

Va però considerato che non bastano pochi mesi per risolvere problemi accumulati negli anni per compensare gli effetti deleteri nelle donne che hanno già sviluppato una condizione metabolica alterata. Una educazione alimentare e di prevenzione della salute andrebbe fatta sin dalla giovane età per avere un impatto maggiore sui risultati di salute della madre e della prole per ridurre i rischi clinici associati a una cattiva salute metabolica materna. Politiche sociosanitarie dovrebbero essere attuate insieme a continui sforzi per invertire l’epidemia di obesità a livello di popolazione ed aiutare a interrompere il ciclo intergenerazionale degli stati di malattie metaboliche croniche.

La scarsa qualità e il contenuto energetico della dieta e la mancanza di attività fisica regolare e le abitudini di vita influenzano molteplici aspetti della salute umana ed sono legati a molte condizioni metaboliche croniche.

                                                                               Il ciclo intergenerazionale dei disturbi cardiometabolici cronici.

Metabolismo materno, epigenetica e salute della prole
Le modificazioni epigenetiche hanno origine dal tipo di stile di vita materno, come la scarsa qualità dietetica, la mancanza di attività fisica regolare e l’obesità . Quindi meglio sarebbe affrontare un cambiamento di abitudini il prima possibile nel periodo che precede l’intenzione cosciente di un concepimento. E’ necessario un periodo di parecchi mesi, se non almeno un anno , a seconda del grado di problemi riscontrati cambiando i fattori di rischio con uno lo stile di vita più salutare. La dieta inoltre provoca profondi cambiamenti nel microbiota intestinale in gravidanza e coinvolge lo svuluppo del microbiota intestinale dei neonati Poiché un crescente numero di prove suggerisce che il periodo dal concepimento fino ai primi 2 anni di vita è fondamentale per la formazione del microbiota intestinale, il periodo preconcepimento materno e la gravidanza rappresentano un’opportunità per modificare la composizione dei batteri intestinali
Lo sviluppo iniziale e la maturazione del microbiota neonatale sono in gran parte determinati da scambi di microbiota materno-prole. Un microbiota intestinale alterato influenza anche direttamente le cellule immunitarie nell’intestino e influenza indirettamente le cellule immunitarie attraverso prodotti microbici (ad esempio lipopolisaccaridi, acidi grassi a catena corta), influenzando l’adipogenesi e/o la resistenza all’insulina .

L’obesità e il diabete mellito di tipo 2  sono le più grandi patologie sistemiche della storia umana . Nel  secolo attuale si è assistito ad un rapido aumento di obesità e diabete tra bambini, adolescenti e giovani adulti che predispone le generazioni future ad un aumento del rischio di numerose malattie croniche
L’obesità è il risultato di complesse interazioni tra influenze genetiche, ambientali e socioeconomiche. La storia familiare è un fattore determinante ,le stime a livello di genoma suggeriscono che il rischio di obesità e diabete sono attribuibili a variazioni genomiche fisse solo per il 20% circa
I fattori comportamentali e ambientali  fanno il resto influenzando i modelli di espressione genica attraverso interazioni gene-ambiente e modificazioni epigenetiche e forniscono una base molecolare per l’ereditarietà  di queste patologie.
Esistono provate associazioni tra la suscettibilità all’obesità permanente, la ridotta tolleranza al glucosio e le modificazioni epigenetiche, confermando che la disfunzione metabolica viene trasmessa attraverso generazioni, .
Lo stile di vita materno prima e durante la gravidanza è pertanto di fondamentale importanza per la mappatura epigenetica della prole e sostiene il ciclo intergenerazionale di obesità, insulino-resistenza e disturbi associati fino al 14% delle nascite sono influenzate negativamente da questa condizione.

Il glucosio materno attraversa l’interfaccia materno-embrionale, ma l’insulina no, portando a iperglicemia fetale, iperinsulinemia e un circolo vizioso di bassa infiammazione . La prole esposta in utero a diabete gestazionale materno risulta insulino-resistente con una compensazione limitata delle cellule β rispetto alla prole di madri con glicemia normale durante la gravidanza.
L’esposizione all’iperglicemia nell’utero è fortemente correlata all’adiposità infantile, incluso sovrappeso o obesità.
Le modificazioni epigenetiche nel tessuto fetale svolgono un ruolo meccanicistico nella programmazione delle malattie metaboliche attraverso l’interazione dell’ambiente della gravidanza con la funzione genica, tali modifiche epigenetiche possono verificarsi tramite metilazione del DNA (repressione della trascrizione genica) ,la  modifica degli istoni ,che è il può comune metodo epigenetico di controllo genico, e le alterazioni di RNA non codificanti .  Studi recenti  sul sangue del cordone materno e della prole hanno identificato  geni che vengono diversamente metilati nelle donne con diabete gestazionale rispetto alle donne normoglicemiche.
il grado di metilazione del DNA del gene leptina nella placenta sia sul lato fetale che su quello materno nelle donne con diabete gestazionale: risulta inferiore sul lato fetale, e più elevato sul lato materno.

  L’impatto dell’obesità materna e del diabete gestazionale sulle modificazioni epigenetiche e sui loro bersagli genetici associati all’insulino-resistenza sono attualmente oggetto di attenti studi .

Trends in Endocrinology & Metabolism 10 aprile 2020