Archivio articoli S. Pappalardo

I perfluorurati rendono gli uomini infertili

LUNEDÌ 01 OTTOBRE 2012  SCRITTO DA SEBASTIANA PAPPALARDO

Sostanze contenute nei saponi per la casa e nelle pentole anti-aderenti sono sospettati di influenzare negativamente la salute riproduttiva umana
Attenti ai prodotti per la pulizia della casa e alle padelle anti-aderenti. Alcune sostanze contenute possono causare infertilità. I perfluorurati (PFC) sono un ampio e complesso gruppo di sostanze composte da molecole in cui la tutti gli atomi di idrogeno sono sostituiti da atomi di fluoro. Sono sostanze chimiche estremamente resistenti al calore e che si solubilizzano difficilmente nell’acqua e nel grasso.
Grazie a queste loro proprietà, queste sono utilizzate come emulsionanti in prodotti commerciali per la pulizia della casa, come componenti nei pesticidi, in alcuni contenitori per sostanze alimentari come le padelle antiaderenti rivestite di Teflon.
Lo scopo di uno studio , svolto in collaborazione tra le università di Danimarca, Svezia, Olanda Polonia, Ucraina e Italia, è stato quello di esaminare l’ associazione tra l’esposizione a PFC e la qualità degli spermatozoi.
È stata misurata la presenza di questi composti nel siero da 588 partner di donne in gravidanza in vari paesi come Groenlandia, Polonia e Ucraina, per valutare le associazioni tra i livelli di questi composti nel sangue e la qualità del liquido seminale, prendendo in considerazione i vari parametri: volume, concentrazione, motilità e morfologia degli spermatozoi. I ricercatori hanno constatato che l’esposizione ai composti perfluorurati suggerisce effetti negativi sulla qualità degli spermatozoi, in particolare sulla morfologia di questi, probabilmente a causa di interferenze con l’attività endocrina o sulle funzioni della membrana degli spermatozoi.
Lo SCHER (comitato scientifico rischi sanitari e ambientali europeo) ha classificato i PFC come altamente persistenti, non biodegradabili, tossici e ad elevato bioaccumulo, cioè capaci di restare nell’organismo ed accumularsi. Per cui sono a tutti gli effetti un inquinante organico persistente.
La tossicità per l’uomo di queste sostanze non è stata ancora valutata in maniera completa, ma il fatto che si depositi nei tessuti e che continui ad accumularsi nel tempo non depone a favore di un utilizzo sicuro. Nel frattempo la Comunità Europea si sta muovendo per regolamentarne la produzione e l’uso.
Ulteriori studi di questo tipo vanno condotti per approfondire gli effetti sulla salute umana di questi composti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *