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Il papilloma virus riduce drasticamente la fertilità. Anche quando è l’uomo ad essere infetto

LUNEDÌ 18 LUGLIO 2011  SCRITTO DA SEBASTIANA PAPPALARDO

Il papilloma virus (HPV) è la più comune infezione virale che si può trasmettere con un rapporto sessuale ed è stata associata ad un aumento del
rischio di lesioni precancerose e al tumore della mucosa anogenitale sia maschile che femminile.
Uno studio, condotto dall’equipe italiana condotta dal Prof. Cittadini del Centro di Biologia della Riproduzione di Palermo, ha permesso ai ricercatori di comprendere il ruolo della infezione da HPV nelle c oppie infertili che si sottopongono a fecondazione assistita e di valutare la correlazione tra l’infezione da HPV e il risultato di queste tecniche .
Nell’arco di un anno dal 2008 al 2009 sono state sottoposte a questo studio 199 coppie. L’età media delle donne partecipanti allo studio era di 34,7 e di 38,0 per gli uomini. Le coppie sono state selezionate eliminando i casi di azoospermia, di endometriosi e di ripetuti fallimenti di impianto. Tutte le donne erano state sottoposte a screening citologico cervicale ( paptest) entro i 12 mesi precedenti, senza alcuna anormalità citologica segnalata. Nessun paziente testato è risultato positivo ad infezioni microbiologiche e virali. Il giorno del prelievo degli ovociti, prima del recupero di questi per via transvaginale eco guidata, sono state prelevate alcune cellule cervicali per essere analizzate con il test di genetica molecolare per individuare la presenza di DNA del papilloma virus, mentre per gli uomini questa analisi è stata condotta sugli spermatozoi.
Delle 199 coppie, il p artner maschile era HPV positivo nel 9 ,5% (19 coppie su 199), mentre la partner femminile ha avuto un test positivo nel 1 7,5% (35 coppie su 199). Entrambi i partner sono stati trovati HPV positivi nel 4,5% (in 9 coppie su 199).
Il tasso di gravidanza (PR) è stato del 33,3% in uomini risultati HPV negativi e del 31,6%, in quelli risultati HPV positivi. Al contrario, i tassi di aborto spontaneo hanno mostrato differenze statisticamente significative: è stato registrato un a umento del rischio d’aborto quando il test del DNA per l’HPV è risultato positivo nel partner maschile, rispetto ai pazienti non infetti (66,7% contro il 15%).
Nello studio, tutte le gravidanze ottenute dalle coppie in cui entrambi i partner erano affetti da HPV si sono concluse prematuramente con un a borto spontaneo, mentre il tasso complessivo di aborto spontaneo in coppie HPV  negative è risultato del 15,9%.
Diversi sono gli studi che hanno dimostrato che gli spermatozoi infetti possono avere un ruolo come portatori di DNA dell’HPV, sia nel tratto riproduttivo femminile (utero, ovaie,ecc) sia dentro l’ovocita, con la possibilità di effetti dannosi durante lo sviluppo embrionale.
I risultati dello studio palermitano hanno evidenziato, per la prima volta, un significativo aumento del rischio di interruzioni di gravidanza in cui è stata diagnosticata l’infezione da HPV negli spermatozoi del partner. Ulteriori studi saranno necessari per confermare ulteriormente la correlazione tra l’infezione da HPV maschile e l’aumento del rischio di interruzioni di gravidanza dopo fecondazione assistita.
In tutti i casi di fronte a questi risultati appare importante prendere in considerazione un programma sanitario di estensione della vaccinazione antiHPV anche per i maschi adolescenti. Inoltre, ad una coppia con infertilità inspiegata sarebbe opportuno fare l’esame per l’HPV ad entrambi.

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