Riprogrammazione epigenetica nei disordini metabolici: fattori nutrizionali e ambientali
I fattori ambientali, come scorretta nutrizione e inattività fisica, abuso di sostanze come fumo o alcool, contaminanti ambientali che entrano nel ciclo alimentare, contribuiscono in gran parte ai disturbi metabolici tra cui l’obesità, il diabete di tipo 2, le patologie cardiometaboliche, le malattie del fegato, tutte correlate nella Sindrome Metabolica, grosso attuale problema socio-sanitario. Le anormalità nell’attività metabolica e nei percorsi sono sempre più associate a metilazione alterata del DNA, mentre gli interventi sullo stile di vita indirizzati alla dieta e all’attività fisica possono invertire i cambiamenti epigenetici e metabolici.
Vari fattori ambientali come nutrizione, comportamento, stress e tossine rimodellano i nostri epigenomi per tutta la vita in modo benefico o dannoso. Questi segnali inoltre possono essere trasmessi durante l’embriogenesi anche ai figli e alle generazioni successive .
Poiché i segni epigenetici nei siti CpG del DNA (epimutazioni) possono essere reversibili, al contrario dei difetti genetici.
Si è visto che i polifenoli nutrizionali come soia, genisteina , resveratrolo, catechina, curcumina ,attualmente valutati tra i più attivi , per la loro capacità di invertire segni epigenetici negativi, sono in grado di prevenire alterazioni cellulari .
Gli attuali studi sull’uomo collegano i marcatori epigenetici quali mediatori meccanicistici alla riprogrammazione della metilazione del DNA e a squilibri o miglioramenti metabolici, con particolare attenzione per i tessuti del fegato, muscolo scheletrico, pancreas, tessuto adiposo e sangue.
Gli studi sull’epigenetica e sul potenziale di influire sui tratti epigenetici rappresentano il futuro della medicina per prevedere il rischio di malattia e comprendere come sia possibile intervenire in particolare sui meccanismi che innescano le malattie metaboliche.
Da Journal of Nutritional Biochemistry Vol 54 , apr 2018