Prevenzione e Salute

I vaccini Anti Covid-19 non influenzano la fertilità

Si pone per chiarezza la necessità di affrontare le notizie che circolano sull’effetto del vaccino sulla fertilità.
Attualmente sono migliorate le conoscenze sui possibili effetti del vaccino Covid -19 in gravidanza indicando chiaramente che  il vaccino Covid-19 non aumenta il rischio di infertilità.
Durante la sperimentazione dei quattro vaccini utilizzati in Italia, non è emersa alcuna attività nociva nei confronti della fertilità, né un aumento del rischio di aborto o di malformazioni in gravidanza.
Sotto l’aspetto biologico, non c’è ragione di pensare che questi vaccini possano interferire ed alterare la capacità riproduttiva.
Dal 2020, tante donne hanno intrapreso gravidanze dopo essere state immunizzate e non sono emersi dati che facciano sospettare una riduzione della fertilità associata alla vaccinazione.
È infondato anche il timore che la vaccinazione in età fertile aumenti il rischio di aborto o malformazioni nelle eventuali successive gravidanze.

Negli Stati Uniti hanno istituito un registro su base volontaria per le donne che hanno concepito entro un mese dalla vaccinazione e quelle che sono state vaccinate durante la gravidanza, le loro condizioni di salute, l’andamento delle loro gravidanze e lo stato di salute dei nati vengono seguiti attivamente nel tempo e da questi dati non è emerso alcun aumento del rischio di aborti spontanei o malformazioni per le volontarie vaccinate prima del concepimento né per quelle vaccinate in gravidanza.

Tutti  i vaccini anti Covid-19 usati oggi in Italia inducono una reazione immunitaria contro la proteina spike, cioè la struttura a punta che permette al virus di agganciare le cellule e penetrare al loro interno.
L’ipotesi del coinvolgimento della fertilità da parte del vaccino , che ha avuto grande eco sui media alimentando un clima di sfiducia e paura, è però stata facilmente smentita confrontando la struttura delle due proteine, che presentano solo poche sequenze di aminoacidi in comune, cioè non sono così poi simili.
Se l’immunità contro la proteina spike rendesse le donne sterili  anche quelle lo hanno avuto e sono guarite dovrebbero mostrare problemi di infertilità, ma non vi sono evidenze dai dati raccolti in tutto il mondo.

Tutto è nato da un lavoro effettuato da un ex ricercatore della Pfizer che sosteneva la presenza di somiglianze tra la struttura molecolare della proteina spike e quella della sincitina-1, prodotta dall’organismo umano e fondamentale per lo sviluppo placentare. Secondo questo ricercatore, il sistema immunitario, stimolato dal vaccino a reagire contro la proteina spike, potrebbe imparare ad attaccare anche la sincitina-1 e, in occasione di  gravidanze, interferire con lo sviluppo della placenta, rendendo le donne vaccinate di fatto sterili.

All’epoca in cui i vaccini Covid -19 sono stati autorizzati, i dati su eventuali rischi in gravidanza erano ancora scarsi, tanto che inizialmente i dubbi sul vaccinare le donne in attesa e a quelle che stavano cercando il concepimento o erano incinte senza ancora saperlo erano più che plausibili per un principio di precauzione. Attualmente, con i dati raccolti, l’evidenza è a favore della somministrazione nel periodo preconcezionale, in gravidanza e durante l’allattamento .
A maggio 2021, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani e altre società scientifiche del settore hanno pubblicato un position paper sull’argomento che afferma che “le donne che pianificano una gravidanza, nell’immediato post-partum o che allattano possono essere vaccinate a seconda della loro età e del gruppo di rischio clinico”

La raccomandazione di aspettare un certo intervallo di tempo dopo una vaccinazione prima di cercare il concepimento è valida per chi riceve un vaccino che contiene virus vivi attenuati, mentre i 2 vaccini anti Covid-19 a RNA messaggero non contengono virus e quelli a vettore virale contengono adenovirus modificati non in grado di riprodursi, dunque per nessuno di loro è necessaria la precauzione di posticipare la ricerca della gravidanza.

La guida pubblicata dall’Association of Reproductive and Clinical Scientists e dalla British Fertility Society, fa chiarezza sulle preoccupazioni che la disinformazione, circolata online sui vaccini covid-19 e sulla fertilità , potrebbe spingere alcune donne a non sottoporsi al vaccino, rendendole più a rischio di complicanze in caso di infezione da Covid-19.

Dall’inizio della pandemia circa una donna incinta su cinque ricoverata in ospedale con covid sintomatico ha avuto un bambino prematuro, ed è noto che la nascita pretermine può avere conseguenze a lungo.

Anche la guida della Federazione SIGO “Gravidanza e Vaccinazione anti COVID” contesta qualsiasi legame tra i vaccini e la fertilità ed afferma che “Non ci sono assolutamente prove, e nessuna ragione teorica, che uno qualsiasi dei vaccini possa influenzare la fertilità di donne o uomini”, afferma. Le persone in età riproduttiva dovrebbero ricevere un vaccino contro il covid-19 quando ricevono il loro invito, comprese le persone che stanno cercando di avere un bambino o che pensano di avere un bambino in futuro”

La gravidanza è un fattore di rischio per malattia grave da COVID-19, quindi le donne in gravidanza devono essere considerate una popolazione fragile nei confronti dell’infezione da Covid e la vaccinazione è uno strumento per proteggere le donne e di conseguenza i neonati.
Le donne in gravidanza non vaccinate hanno un rischio sostanzialmente più elevato di aver bisogno di cure ospedaliere per il covid rispetto a quelle vaccinate.
“Inoltre, la vaccinazione riducendo il rischio di contrarre il covid-19 in gravidanza tutela la donna e il feto da maggiori complicanze che si possono presentare legate proprio alla patologia da Covid.

Fonte BMJ 2021;372:n509 -Iacobucci G.   Pubblicato il 19 febbraio 2021