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Il ruolo della Vitamina D nell’aborto

La carenza di Vitamina D, anche se comunemente associata alle patologie ossee, è  correlata in gravidanza all’aumento dell’incidenza delle complicanze riproduttive .
L’importanza della vitamina D nella riproduzione è ormai nota, la sua carenza diminuisce la capacità si avere una gravidanza e soprattutto di portarla a termine, quindi è importante nella prevenzione dell’aborto spontaneo. Maggiore è la concentrazione di Vit D nella donna minore è il rischio d’aborto spontaneo. La vitamina D inoltre  ha una funzione importante sul meccanismo di immunomodulazione all’interfaccia materno-fetale, può influenzare in modo significativo sia l’autoimmunità che l’immunità cellulare, l’attività delle cellule natural killer e stimolare la produzione di citochine per ridurre l’incidenza di aborto.

La Vit D attiva il gene CYP27B1 che codifica per la proteina che si localizza nella membrana mitocondriale interna dove codifica per l’enzima 1-alfa-idrossilasi, il quale converte la forma circolante della Vit D, detta calcidiolo in calcitriolo che è il metabolita attivo nella decidua materna e nel trofoblasto fetale all’inizio della gravidanza.
L’espressione dell’ 1-alfa- idrossilasi aumenta all’inizio della gravidanza e la placenta è il tessuto di accumulo sia del calcidiolo che del calcitriolo, fondamentali per l’invasione del trofoblasto, per il rimodellamento delle arterie spirali placentari e per la modulazione del sistema immunitario al momento dell’impianto. Questi processi risultano compromessi nell’ aborto spontaneo con alterazione della recettività endometriale e lella placentazione nelle prime settimane di gravidanza. La carenza quindi di Vitamina D è correlata all’aborto spontaneo e ricorrente.
Nelle donne con ovaio policistico PCOS, che presentano disordini metabolici ed endocrini, è frequente una ipofertilità da anovulazione, in cui la recettività endometriale è alterata. L’espressione di alcuni geni necessari per la ricettività endometriale e per l’impianto come il gene HOXA10, che si esprime sia a livello embrionale che nella fase luteale materna, è importante per mantenere buone condizioni per l’impianto.
Al gruppo di geni detti homeobox, che codificano per i fattori di trascrizione, appartiene il gene HOXA10 , che codifica un fattore di trascrizione che può regolare l’espressione genica, la morfogenesi e la differenziazione. L’espressione delle proteine prodotte da questo gene è regolata spazialmente e temporalmente durante lo sviluppo embrionale e funziona a più livelli, nella fertilità, nella vitalità dell’embrione e nella regolazione del sistema ematopoietico. LA funzione corretta del gene HOXA10 promuove la differenziazione delle cellule endometriali in cellule della decidua rendendo l’endometrio recettivo all’impianto. Si è visto che vi è una correlazione tra livelli endogeni di VIT D circolante e l’espressione funzionale del gene HOXA10, che sembrerebbe contemporanea alla sintesi della VIT D attiva (calcitriolo) e che entrambe aumentano prima dell’impianto .

Da Fertility and Sterility 2022

Da Molecular Medicine Reports May-2021 Vol 23 Issue 5